Sapere che sono in salvo mi rende felice. Ho provato ad immaginare il momento in cui la valanga si è staccata ed ha coinvolto Michal Obrycki e Pawel Dunaj nell’incidente sul versante Rupal al Nanga Parbat. Ho provato ad immaginare come sono usciti dalla massa enorme di neve e ghiaccio e di come abbiano poi raggiunto il campo base. L’attesa dell’elicottero e poi finalmente l’ospedale dopo giorni. Ho immaginato anche alcune delle valanghe che ho schivato sull’altro versante, il Diamir, qualche settimana prima ed ho aspettato a scrivere queste righe perché volevo essere sicuro che fossero in salvo in ospedale a Gilgit.
Mi sono sentito li con loro pur stando qui in Italia al caldo e con tutte le comodità a disposizione perché condividiamo lo stesso sogno, il Nanga d’inverno e l’alpinismo, una passione che ci unisce anche a distanza.
Per questo e per tanto altro quando l’incidente è accaduto sono stato in tensione e non ho avuto voglia di pubblicare nulla e la gioia di scoprire che tutto si stava sistemando e che erano arrivati all’ospedale e che ormai avrebbero superato la lotta più difficile quella con la vita mi ha tranquillizzato e reso felice. Un grazie va alla Gazzetta.it e a Gianluca Pasini che ci hanno tenuto aggiornati momento per momento.
Un caro saluto a Michal e a Pawel con un grande augurio di buona guarigione e a Tomek e Jacek sperando di incontrarli nel prossimo futuro per una stretta di mano e quattro chiacchiere in allegria parlando della nostra comune passione per la montagna e per il Nanga.
Buona guarigione a presto Dan.