LATINA – Paura per Daniele Nardi. L’alpinista di Sezze impegnato nella salita in invernale del Nanga Parbat è rimasto vittima di un incidente che poteva avere conseguenze tragiche: «Non so perché ma sono ancora vivo».
Per fortuna è lui stesso che può raccontarlo sulla sua pagina Facebook: «Purtroppo ieri sera verso le 16e30, ora pakistana (12e30 Italia), mentre salivo le corde a metà delle rocce Kinshofer ho avuto un incidente. Ero a circa 70 o forse 100m dal campo 2 quindi ad una quota superiore ai 6000m. Stavo salendo un tratto di roccia leggermente strapiombante su vecchie corde fisse con uno zaino molto pesante e carico dei materiali necessari per le giornate successive e per allestire il campo. Ahimè, l’ancoraggio sommitale ha ceduto e sono volato giu anche se le corde a cui ero assicurato erano discrete».
«Il volo è stato di circa 8/15 m – continua il racconto – difficile per me dirlo con esattezza. Ero quasi all’uscita del tratto di roccia quando in un “battito di ciglia” mi sono ritrovato ad urtare contro il pendio ghiacciato sottostante a testa in giù. Sono schizzato via come un proiettile. Fortunatamente avevo fissato tre punti di sicurezza dal mio imbraco alle varie corde fisse in loco. Una di queste corde è rimasta incastrata in un piolo di una vecchia scala e quest’ultima ha tenuto».
«La caduta è comparabile ad una caduta in ferrata dove i “fattori di caduta” sono veramente molto alti, per i non addetti ai lavori sono le cadute potenzialmente distruttive per le corde di sicurezza. Non so perché sono ancora vivo ma è così», spiega Nardi agli oltre trentamila fan che lo stanno seguendo su Facebook.
Proprio pochi giorni prima di questo incidente Nardi aveva soccorso e riportato alla base il suo compagno di salita, Adam Bielecki, rimasto anche lui vittima di un grave incidente a 5.800 metri di quota. Un volo di 60 metri proprio sotto le Rocce Kinshofer.