Il 31 dicembre in genere mi guardo dentro e faccio un resoconto di come è andato l’anno, ed a parte il fegato appena ingrossato, l’età che avanza mi sono accorto che l’entusiasmo per la vita invece di deperire aumenta sempre di più. Non so se è una questione solo di scelta, di cose che accadono, della voglia di studiare, dell’arrivo del mio primogenito, di tutti i corsi di crescita personale che ho fatto negli ultimi 12 mesi ( e vi posso garantire che sono tanti!!!) oppure la fortuna che ho di poter andare in giro a scalare montagne che mi aiuta ad essere cosi entusiasta di vivere la vita.
Eppure le difficoltà non mancano, non è che la mia vita sia scevra da difficoltà, contratti mancati all’ultimo minuto, il generatore di corrente elettrica che puntualmente qui al campo base non funziona, la distanza con la famiglia in queste ore cosi intense di significato, il cavetto del cellulare che ho maldestramente perso e che mi impedisce di comunicare in maniera più diretta con casa e con voi e tanti altri problemi più seri che non sto qui a raccontarvi per non tediarvi troppo.
Ma allora cosa è che fa la differenza fra essere entusiasta o invece vivere la vita senza entusiasmo? Qual è il punto cardine con il quale si può definitivamente cambiare in meglio la nostra vita?
Per provare a capirlo, o darne una risposta, ho guardato cosa ho fatto in quest’anno per vedere a cosa può essere collegato questo stato di “beatitudine” che provo.
Aver organizzato questa spedizione ad esempio mi permette di potermi confrontare nuovamente con i miei demoni, di superare tutte le vicissitudini ad essa collegata, ma soprattutto di poter tornare su quella linea alpinistica che ho tanto sognato e per cui ho deciso di spendere anni della mia vita: lo sperone Mummery. Ecco, che sia l’essere allineati con i propri scopi aiuti a trovare quello stato di serenità che spesso non riusciamo a trovare?
Oggi ho faticato ed ho preso anche un sacco di freddo. Siamo stati a 4700m a completare l’allestimento di campo 1, nel mio zaino c’erano 21 kg di attrezzature varie, dal cibo al fornello, sacco a pelo ed altro, cosi come c’era altrettanto negli zaini dei miei compagni di ventura. Eppure salire li su, vedere lo sperone più da vicino, godere dei progressi veloci che stiamo facendo, condividere il viaggio con uno dei Poliziotti del campo base che mi ha anche alleggerito il carico nella fase finale, ecco tutto questo non mi è pesato anzi mi ha rafforzato l’idea che mi sto proprio divertendo!
A pensarci bene ci sono molte altre cose che in realtà si stanno allineando, ad esempio lo sviluppo e la creazione del mio progetto formativo che sta prendendo sempre di più forma. Mi eccita l’idea, il pensiero, che a breve nel 2019 prenderà forma autonoma in aula.
Un anno fa esatto, o quasi, forse qualcosina in più mi sono messo a testa bassa sui libri, tra un allenamento ed una conferenza, per capire perché tutti noi non riusciamo a cambiare idea sulle cose anche quando con una certa evidenza quelle idee non ci stanno portando bene.
Perché questa domanda mi assilla tanto? Beh, se fosse una fissazione lo sperone Mummery? Se non fosse invece una delle più belle linee da aprire su una montagna di 8000m per cui vale la pena dedicarsi cosi tanti anni?
Oppure il dolore di vedere persone a me care che fissate su idee che non riescono a cambiare si dirigono in maniera quasi scientifica verso i precipizi della vita personale e professionale?
Per allineare la propria vita a volte bisogna avere la capacità di cambiare idea sulle cose, sulle persone, sulle situazioni, su se stessi, e su tutto ciò che la vita ci presenta e che per qualche motivo nel passato abbiamo categorizzato in un certo modo e che forse oggi ha bisogno di un aggiornamento. Guardate solo la rivoluzione tecnologica che cosa ha combinato e quanto spesso siamo lontani da capire realmente gli effetti che sta creando. Il solo fatto che sia qui sperso in Karakorum a scrivervi ed inviarvi foto ha dello straordinario.
Penso che la montagna ed in se l’alpinismo se vi aggiungiamo un pizzico di studio della “vita” può aiutare a capire questo fenomeno e ci allena ad essere più abili nel cambiare le nostre idee quando le cose non vanno. Immaginate quante volte a causa del vento, di una nevicata, oppure di un approccio sbagliato decidiamo di cambiare obiettivo o a modificare la strategia pur rimanendo determinati sull’obiettivo finale, senza che il cambiamento abbia un effetto duraturo su di noi. Abituati a scalare, a viaggiare a limiti estremi del mondo spesso non ci accorgiamo di questo meccanismo che mettiamo in atto ma se ben compreso può aiutarci in molte situazioni di vita “normale”.
Sono seduto sul pavimento della tenda grande, fuori ci sono circa 20 gradi sotto zero, la stufa continua a borbottare mentre il cielo stellato fa presagire che domani sarà un’altra favolosa giornata. Continuo a scrivere, anche se adesso taccio, ma è solo per augurarvi al termine di questo 2018 ed a poche ore dal 2019 che questo anno che viene sia per voi il momento per riallineare tutte le vostre cose, se non lo avete già fatto, se invece siete già allineati spero che vi porti il massimo dei frutti che meritate.
Se poi il 2018 per voi è stato fatto di una caduta importante, qualcosa che vi ha atterrato e per cui pensate che non ci sia soluzione, sappiate che forse non possiamo cambiare del tutto certe situazioni che ci accadono, ma possiamo cambiare di certo il modo con cui le affrontiamo.
Ieri sera mentre guardavamo un noto film mi sono commosso di fronte a questa frase
“Sai Bruce perché cadiamo?”,
“No”,
“Per imparare a rialzarci”,
“Non ti arrendi mai con me vero?”,
“No, mai!”.
Avere un amico che ci sprona, un coach che tiene veramente a noi ha del magico ed un valore incommensurabile. Ma se non siamo in grado di cambiare idea sull’aiuto e di accettarlo a quel punto la magia di quella sequenza di battute si perderebbe in una scientifica caduta verso il basso.
Abbiamo sempre una possibilità, se ce la concediamo, magari ci vorrà un po di tempo, forse sarà faticoso, ma di certo rialzarsi dopo aver preso un bel ceffone, giusto o sbagliato che sia stato, beh, è una sfida veramente entusiasmante.
Buon anno nuovo a tutti voi e che non siate mai più gli stessi di prima.
Daniele Nardi, base camp Nanga Parbat, tentativo allo sperone Mummery in inverno, Pakistan, inverno 2018/2019.
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Forza Daniele! Bellissimi pensieri. Buon 2019 anche a te! In bocca al lupo. Matteo Carlevaro
Ciao daniele!
Pensieri che aiutano a riflettere!
Avere la proprio via da percorrere è quello che spesso ci manca….un sogno da raggiungere!
Grazie!