Nanga Parbat Winter 2014 – 25 febbraio 2014
Mi trovo al campo base nella speranza di una finestra di bel tempo. E’ vero che forse le tendenze e le previsioni danno una buona finestra di un paio di giorni prossimamente ma è anche vero che in questo momento è tutto molto variabile. Nell’aria si sente un cambiamento deciso che sembra portare la primavera. Lo si sente in tante cose ma è anche vero che da poco ha ricominciato a nevicare. Una neve che qui a nord quando cade si accumula con una velocità incredibile, bastano poche ore per ritrovarsi una traccia sommersa da mezzo metro di neve e poi bisogna attendere un paio di giorni di bello per far scaricare la montagna. Se nevicherà tanto in questi due giorni….uhmmmm sarà dura.
Oggi sono stato a fare un giro con gli sci verso campo 1 e sembra proprio che le temperature si siano alzate un po’. La neve era perfetta per una bella sciata e me la sono gustata tutta, poi nuvole, un po’ di vento e via di nuovo al campo base.
Da una parte sono contento dall’altra invece l’arrivo della primavera mi incute alcuni timori, valanghe e il vedere nuovamente i seracchi tra lo sperone Mummery e la via Messner venire giù e creare nuovamente valanghe gigantesche. Proprio ieri che volevo salire sul ghiacciaio una valanga ha spazzato via dai 6500m in giù tutto ciò che ha incontrato.
Se dovesse nevicare per due giorni sarei impossibilitato a muovermi e di fatto perderei la finestra. Ho un solo campo montato, poi si va in battuta ed in velocità. Questa primavera potrebbe ammorbidire un poco il ghiaccio ma è ancora presto, credo. Pensieri a mille, valutazioni e soprattutto una certa apprensione per la seconda nevicata che probabilmente arriverà dopo il 2 di marzo. Sarà vera quest’altra nevicata considerata cosi a lunga gittata? Digressioni, parole, pensieri che incespicano sulla variabilità del tempo e sulle pessime condizioni della via che ho deciso di provare.
Il test sulla via Kinshofer è un dato di fatto, ghiaccio “paleolitico” sotto pochi centimetri di neve. Da Chilas arrivano nuvole nere, le nuvole che hanno in questo mese portato sempre neve. Arrivano da nord e si spostano verso sud. Dovrò capire, capire quanto aumenta il rischio di passare su quel ghiacciaio e sotto quei seracchi proprio mentre la primavera si accinge alle porte.
Non è un caso la scelta di un solo tentativo….è perché passare di lì sotto due volte è una bella roulette russa e troppe volte è meglio non rischiare, troppe montagne ho ancora da scalare. Purtroppo la mia esperienza di invernali è limitata e mi sono ritrovato, ho voluto, confrontarmi con il Nanga, certamente un osso duro, lo dice la storia dei tentativi prima di quest’anno, compreso il nostro dell’anno scorso. Sono alla seconda invernale, ci sto provando con tutte le forze, ma devo ammettere che delle condizioni più simili all’anno scorso mi avrebbero fatto comodo. Però di esperienza ne sto facendo e man mano che vado avanti accumulo informazioni e capacità di valutazione ma un “marzo Karakorumiano” non saprei come valutarlo o perlomeno quanto possano essere ragionevoli le mie valutazioni. Certo a sentir parlare i pastori o chi ha vissuto di più queste terre e questi monti, la valle Diamir, marzo porta in genere molte valanghe e distacchi, il che tutto sommato è anche credibile, ragionevole, è cosi un po’ dovunque in inverni normali. I venti fanno la loro ma anche la temperatura che di punto in bianco si alza fa la sua parte. Ma questo non è un inverno normale, lo si vede da quello che sta accadendo in giro per il mondo e da come mi dicono anche a Roma. Meteo da libri di storia, temperature matte, cambiamenti molto veloci e poco prevedibili.
Qui a 4200m si fa fatica a lottare con il freddo e con l’incertezza, anche al campo base, sono a nord, ma le giornate si allungano ed è piacevole godersi la luce. Sono in attesa di capire cosa fare, sarà una decisone difficile, ma ho fiducia di fare la scelta giusta, sempre per quel timore di non fare l’errore più grosso di quello che si riesce a sopportare. Quell’errore o quella casualità più grosse di noi sono in fondo l’incubo peggiore di ogni alpinista che valuta durante momenti di incertezza, mentre sta per decidere se partire o no lungo la sua scalata, l’errore che proprio non deve fare. Questo a volte ci tiene a terra e a volte ci spinge su, è irrazionale ma nasce dall’osservazione della montagna e dal guardare dentro di se, se ci si sente pronti oppure no.
Inshallah qualcuno direbbe …. se Dio vuole dico io!
Ciao Daniele, permettimi di citare un grande uomo: Ayrton Senna.
“Pensi di avere un limite, così provi a toccare questo limite. Accade qualcosa. E immediatamente riesci a correre un po’ più forte, grazie al potere della tua mente, alla tua determinazione, al tuo istinto e grazie all’esperienza. Puoi volare molto in alto.”
Ecco Daniele, come dici giustamente tu…. “Però di esperienza ne sto facendo “.
Volerai molto in alto!
Maurizio
Ciao Daniele,
hai detto bene…”troppe montagne ho ancora da scalare”.
Calcola tutto quello che c’è da mettere in conto, ma alla fine saranno soprattutto il tuo istinto e la tua esperienza a darti le risposte che cerchi!
Noi siamo con te, sempre e comunque!
Un abbraccio,
Giorgio
Ciao Daniele,
tutto i fatti e gli eventi che tu ci hai raccontato e ci racconterai durante questo tentativo di scalata invernale al Nanga da solo e in stile leggero, rappresentano una importante esperienza per te e sono informazioni importanti per tutti gli alpinisti.
Aspettare un’altra finestra di bel tempo ? ascolta le tue sensazioni e prendi la tua decisione. Qualunque essa sia sappi che noi siamo sempre con te (e che di emozioni ce ne hai date abbastanza).
Aquilotto