News 27 Febbraio 2014:
Una decisione difficile ed inevitabile a questo punto, si torna a casa.
Non solo le condizioni del tempo e della montagna, ma tanto altro difficile da spiegare via mail che ha influito al campo base, dettagli e un racconto che spero di fare nei prossimi giorni appena rientrato o alla conferenza stampa.
Così ho deciso senza ripensamenti di non aspettare e andare via, ed anche velocemente.
Potrei attendere mille finestre di bel tempo, ma il fatto che la condizione per cui da solo potrei con un ragionevole margine di sicurezza tentare una salita, ebbene quelle condizioni semplicemente non ci sono e non ci saranno.
Non solo questo, anche il tempo ha deciso di cambiare regime rispetto a dicembre e gennaio e di diventare instabile. Dopo essere salito verso la via Kinshofer per test ho capito che queste condizioni del ghiaccio mi impongono uno stile più pesante sullo sperone e quindi più lento il che mi richiederebbe almeno 5 o anche 6 giorni di bel tempo….veramente rari da queste parti.
Sicuramente un esperienza grandiosa che lascia il segno ed insegna tanto. Non nego che il crollo del seracco dell’altro giorno mi abbia toccato in particolare modo.
La conclusione di questa spedizione arriva prematura, lo so, anzi me lo sento dentro. Ma, la salita di Punta Piccola e il tentativo sulla Via Kinshofer e l’osservazione continua dello sperone Mummery mi hanno fatto capire che quest’anno proprio le condizioni per una solitaria sullo “sperone maledetto” non ci sono.
Mi aspettavo o forse speravo in delle condizioni simili a quelle dell’anno scorso dove il ghiaccio vivo e “blu paleolitico” si alternava a neve compatta e trasformata, ma cosi non è, inutile tapparsi gli occhi. Se avevo fatto lo sperone l’anno scorso praticamente slegato da Elisabeth avrei potuto in teoria rifarlo anche quest’anno…ma non in queste condizioni e con lo zaino in spalla!
Sono molto dispiaciuto per tutti coloro che mi stanno seguendo e che mi hanno incoraggiato, e che ci hanno creduto insieme a me, ma sono consapevole che a tutto c’è un limite e che questo tipo di scalata deve incontrare una serie di fattori e farli coincidere, capacità, meteo, condizioni della montagna, stato fisico e mentale ed un pizzico di fortuna, cosa che non è sempre facile far coincidere tutto insieme, anzi….
Potrei aspettare ancora altri giorni, forse una finestra si aprirà, forse la montagna in prossimità della primavera si aggiusterà un po, ma ho preso la decisione di andare via senza ripensamenti e rimanere fedele alle mie mete e allo scopo per cui ero qui: solo, ed in stile alpino sullo sperone Mummery…un sogno difficile, lo so!
Meglio però essere saggi e aspettare un altro tempo e pensare già da subito ai futuri progetti.
Io tanto, amo e odio, quel personaggio dal nome Albert FrederickMummery che seppe essere fedele forse fin troppo a quello che chiamava “Scalata con mezzi leali” ed il suo, e a questo punto penso anche un po’ il mio, sperone maledetto al Nanga Parbat.
Anche dopo la rilettura del suo libro “Le mie scalate nelle Alpi ed nel Caucaso” che ho deciso che questo non è il momento giusto ma sicuramente è l’esperienza giusta per costruire il futuro.
Vorrei toccarlo almeno quello sperone e su un palo conficcare il mio biglietto da visita con su scritto” Mi dispiace ma quest’inverno sullo sperone con mezzi leali da soli proprio non si può”
Faccio il mio caro augurio a Simone, David ed Emilio e al gruppo dei Polacchi di riuscire a coronare questo sogno comune di arrivare in vetta al Nanga Parbat in pieno inverno!
Voglio ringraziare tutti gli amici che mi hanno seguito e incoraggiato su la mail e su internet con messaggi bellissimi, grazie ci rifaremo! e ringraziare gli sponsor che hanno creduto nel progetto a partire da Salewa che mi segue ormai da anni, Tasciotti di Filippo Tasciotti, Banca Popolare del Lazio, ExtremeLimits di Armando Onorati, Associazione Arte e cultura per i diritti umani, Sport85, Dynafit, Julbo, Aeoroporti di Roma, Grivel, Silverskin, Panservice, Ferrino e i negozi OutdoorItalia, RRTrek e One Race di Roma.
Un particolare grazie a Contatto Formazione, Intermatica per il supporto alla comunicazione satellitare, Tecnologica e agli amici del Porto Flavio Gioia e alla casa editrice Infinito Edizioni con cui ho pubblicato “In vetta al mondo” con Dario Ricci: pagine che assumono oggi per me un ulteriore e ancor più profondo significato
sei forte dan! in ogni caso felice di riabbracciarti.
max
Ciao Daniele,
ho seguito la tua stupenda avventura passo dopo passo, grazie per le belle emozioni che ci hai fatto vivere.
Ti rifarai sicuramente!!!
Un abbraccio,
Giorgio
Caro Daniele, anch’io come tanti ti ho seguito giornalmente e ti ringrazio perchè il “senso” dello scalare non è solo arrivare in vetta, penso io che non sono un’addetta ai lavori, ma è l’ averci creduto con il cuore e la mente , è l’impegno, la fatica, è il coraggio di sapersi fermare…al momento giusto. Grazie per le splendide emozioni, alla prossima avventura. Monica
Ti abbiamo seguito con l’affetto di sempre, abbiamo sognato la vetta con te, ma dopo il crollo del seracco e il fucile in tenda, abbiamo smesso di sognare e sperato solo che ta tua saggezza ti riportasse in Italia. A presto. Laura
Essere forti vuol dire soprattutto prendere la decisione giusta quando serve una cosa che solo i grandi sanno fare al momento giusto..e tu lo dimostri in ogni istante..
Ciao Daniele, ad un certo punto dici: “Sono molto dispiaciuto per tutti coloro che mi stanno seguendo…”. Ma non devi!!! Perché ci hai regalato tante emozioni, tanti momenti di riflessione e soprattutto perché hai fatto ciò che era giusto fare! Nessuno di noi (permettetemi di parlare a nome di tutti) è deluso! Dispiaciuti si ma delusi mai! Anzi, hai dimostrato a tutti quanto sei grande! E ci rendi ancora più orgogliosi di te!
Maurizio