Daniele Nardi è al Campo 3 del Nanga Parbat: la cordata guidata dall’alpinista italiano ha installato stamattina il campo a 5.712 metri, esattamente all’inizio del mitico e inviolato Sperone Mummery, che è il vero obiettivo della spedizione. “Sono felicissimo del lavoro fatto fin qui”, ci ha detto Nardi dal suo riparo sulle pendici della nona montagna più alta della Terra. “Stiamo procedendo alla grande, il gruppo è affiatato in pochi giorni abbiamo già fatto un gran lavoro sulla montagna. È stata una giornata stupenda, stiamo facendo un ottimo lavoro di squadra, siamo stanchissimi ma strafelici”. Questa notte dormirà a Campo 3 per poi ridiscendere al Campo Base domattina, sia per proseguire le procedure di acclimatamento che per l’arrivo del maltempo annunciato dalle previsioni. “Sarà una notte difficile, fa molto molto freddo e c’è un gran vento. Abbiamo posizionato la tenda in un crepaccio, l’unico posto possibile dopo le valutazioni fatte sul ghiacciaio”. Dopo aver allestito Campo 1 a circa 4.700 m, dove è stato depositata una gran mole di materiale, nei giorni scorsi Daniele e i suoi compagni avevano fissato Campo 2 a circa 5.200 m. “Non vado al Nanga Parbat, ma allo Sperone Mummery”: è questa la vera ossessione di Daniele Nardi, uno degli enigmi alpinistici ancora irrisolti. Per la quinta volta Nardi è sul Nanga Parbat d’inverno: “Il mio grande sogno è aprire una via nuova in inverno su una montagna di 8.000 metri. Riuscire a completare lo Sperone Mummery, arrivare tra i 6.900 e i 7.000, quando si può considerare conclusa questa nuova via, è il mio primo grande obiettivo. Poi certo, cercherò di tirare su fino alla vetta”. Lo Sperone Mummery sale dritto lungo il versante Diamir del Nagna Parbat: prende il nome dall’inglese Frederick Mummery, che nel 1895 provò a scalarlo senza successo prima di morire travolto da una valanga. Non è mai stato salito nemmeno in estate: su quella via Messner perse il fratello Gunther in discesa. “Vado ancora sul Nanga Parbat con una libertà mentale e con una preparazione fisica che è la base per ottenere un bel successo non solo pratico, ma anche di messaggio rispetto al coraggio, alla forza, alla determinazione di rimettersi in piedi e vincere le sfide della vita”. Con Nardi c’è anche l’inglese Tom Ballard, a riproporre una cordata che già tentò di scalare in Pakistan il Link Sar. Ai due si sono uniti Rahmat Ullah Baig, alpinista pakistano nel team della spedizione del 2014 K2 60 anni dopo, e un altro alpinista pakistano Karim Haiat. Questi ultimi, ci tiene a chiarire Nardi, partecipano come membri effettivi, non come portatori d’alta quota, mossi dal desiderio di scalare la loro montagna. Insieme a Nardi stanotte dormirà al Campo 3 Karim, mentre Tom sta scendendo a Campo 2 per passare lì la notte visto che non aveva riposato bene. Rahmat, invece, dopo il gran lavoro per installare le corde fisse, è sceso dal C2 al Campo Base.
Estratto dall’ articolo di della Gazzetta di: Andrea Mattei
Lo Staff
Diotallevi Bruno
In basso la posizione di Campo 3
ciao ,bravi tutti
Daniele ti vogliomo bene
Gruppo Salina e Sicila
Grande Daniele, rimasi affascinato e emozionato del racconto che ci narrasti a Montalcino della tua precedente scalata. Solo un grande uomo come te può realizzare un grande sogno. Un grande in bocca a lupo a tutto il tuo team per questa impresa.
Daniele Ciao, Sono un tuo Conterraneo, noi non ci conosciamo direttamente, ma seguo da sempre le tue imprese. Nel nostro gruppo di amici, tu rappresenti un esempio di forza e perseveranza, personalmente spesso quando gli ostacoli mi appaiono insormontabili, penso alla forza ed alla determinazione, che spinge uomini come te a compiere imprese oltre ogni possibile umano limite. Qundi oltre a ringraziarti, per tutta la forza che mi trasferiscono le tue imprese, vorrei farti sentire la mia vicinanza, e quella del nostro gruppo, affinché, quando su quello sperone tutto ti sembrerà impossibile tu possa sapere di non essere mai Solo. Ti auguro con tutto il cuore di scrivere una nuova pagina nell’alpinismo moderno, per noi di sicuro sara la piu bella quella di cui essere maggiormente fieri.
“I sogni sono meravigliosi e quando incontrano la montagna divengono epici, mi auguro che la nostra ammirazione ti aiuti a realizzarli”